Passano gli anni ma l’andazzo non cambia: chi sale a bordo di un treno ne diventa parte integrante ed inscindibile. Se un treno si ferma sulla linea a causa di un guasto e vi rimane per ore, il passeggero ne diventa legalmente prigioniero, sequestrato e sigillato a bordo senza aria condizionata, luce, cibo, acqua, persino senza poter utilizzare i servizi igienici, senza aver diritto all’apertura delle porte, detenuto senza colpa e senza processo. In barba all’articolo 13 della Costituzione Italiana, dove è sancito che “La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione (…) né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’Autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”. Con il biglietto, in pratica, non si paga il diritto di arrivare comunque a destinazione secondo i propri intendimenti, avvalendosi eventualmente di un mezzo alternativo, ma addirittura si abdica ai propri diritti concedendo facoltà di essere tenuti in gabbia contro la propria volontà. Sarà il caso che, prima o poi, il Governo ed il Parlamento intervengano ponendo un freno legislativo a questo strapotere delle Ferrovie dello Stato sulla vita dei loro clienti.
Si è fermato prima delle 19, quando mancava in teoria circa mezz'ora all'arrivo a Milano, il treno Frecciarossa 9749 partito ieri pomeriggio da Venezia, ma invece i 330 passeggeri sono arrivati in stazione Centrale dopo la mezzanotte, al termine di un viaggio che si è trasformato in una odissea.